Il cranio, leggermente deformato ma anch’esso completo, è l’unico elemento non rimasto attaccato al resto del corpo. Si è potuto stabilire agevolmente anche la lunghezza dell’animale, che misurava circa tre metri.
Il deserto del Gobi è noto agli studiosi ed agli appassionati di paleontologia: lì sono stati trovati fossili di mammiferi e dinosauri, come il famoso Velociraptor mongoliensis,il “gobbuto” Deinocheirus ed un Oviraptor intento a proteggere le sue uova.
Il clima del Tardo Cretaceo mongolico sarebbe il responsabile di tale ricchezza di reperti.
Ricordiamo che meno dell’1% degli animali antichi morti ha lasciato tracce, mangiati da predatori o esposti alle intemperie ed all’azione di microrganismi. In più c’è la difficoltà a trovare il luogo preciso dove si trova il fossile, talvolta diffile da raggiungere.
Questo ci fa capire quanto sia importante trovare un esemplare completo.
Dal confronto di Gobihadros con gli adrosauri che vissero successivamente nelle stesse aree, si ipotizza che non rappresenti un loro predecessore ma che probabilmente i suoi parenti più stretti siano stati soppiantati da animali che migrarono dal Nord America.
Fonti:
* Lo studio pubblicato su Plos One
* Articolo su Earth archives.